Una tradizione natalizia vuole come segno di buon augurio, che ci si debba baciare sotto un rametto di vischio, pur facendo parte di un rito pagano, forse per scaramanzia è stato adottato allegramente da molte persone, che sono solite appenderlo sulle porte per richiamare la buona fortuna.
Intorno a questa tradizione aleggiano numerose leggende.
Una racconta che l’origine di questo gesto è molto antica, sembra addirittura risalire ai tempi dei druidi, i rispettabili sacerdoti celti, che lo utilizzavano nei riti sacrificali e che gli attribuivano numerosi poteri, considerando la sua natura di pianta aerea, che vive attaccata al tronco di un altro albero.
Per questo popolo il vischio rappresentava un simbolo degli dei ed era loro convinzione che se avesse le radici nella terra, avrebbe perso i suoi poteri divini, era infatti usato come speciale rimedio curativo, raccolto seguendo un cerimoniale ben preciso, il sesto giorno della luna crescente, con un falcetto d’oro, a digiuno, a piedi scalzi ed indossando solo vestiti bianchi, quali simboli di purezza.
Secondo i popoli scandinavi il vischio era la pianta di Freya, dea dell’amore e moglie di Odino, ella aveva due figli Loki e Baldur, tanto buono il secondo quando malvagio il primo, che geloso decise di uccidere il fratello.
La madre temendo per la vita di Baldur chiese aiuto a tutti gli animali ed alle piante della foresta, dimenticando il vischio, Loki prese dei rami della pianta e ne fece un dardo appuntito, che fece scagliare al Dio dell’inverno e così uccise il fratello.
Freya disperata cercò di rianimare Baldur, ma non vi riuscì, le sue lacrime toccarono il ramo di vischio, che si riempì di bacche bianche, che ridettero la vita al buon Baldur, la dea felice, iniziò a ringraziare e baciare tutti coloro che passavano sotto l’albero dove cresceva il vischio.
Nella tradizione cristiana questa pianta rappresenta l’amore e la fortuna.
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