Quando due coniugi vogliono mettere fine al loro matrimonio, esistono diverse possibilità per quanto riguarda le procedure legali previste. È ovvio che conviene sempre cercare un accordo tra le due parti e, di conseguenza, si parla di separazione consensuale. Si tratta di una modalità sicuramente più vantaggiosa perché ha dei tempi più brevi ed evita litigi furibondi su ogni tema. Vediamo quindi i dettagli di tale modalità nel breve articolo che segue.

Diverse modalità per la separazione consensuale

Nel caso della separazione consensuale, si può procedere in diversi modi. Per esempio, la procedura può iniziare con un ricorso al presidente del tribunale. esiste anche la possibilità di separarsi senza l’assistenza di un legale. Nonostante ciò, la maggior parte delle persone che vogliono separarsi optano per una separazione consensuale negoziata. Significa che l’accordo tra le due parti avverrà con l’assistenza di un legale, il quale assicura l’adempimento di ogni aspetto e tematica, come può essere l’assegno di mantenimento, la divisione dei beni, finalmente dei figli, etc.

Separazione consensuale con la negoziazione assistita

Esiste la possibilità dal 2014 di separarsi con la negoziazione assistita di un legale per velocizzare ulteriormente le tempistiche. Il procedimento, noto anche come separazione breve, è semplice e veloce; infatti, si parla addirittura di pochi giorni per istituire la pratica e non superare i tre – quattro mesi per la conclusione dell’iter giudiziario.

Nel caso della separazione consensuale con negoziazione, ogni coniuge deve essere rappresentato da un legale. Non esiste la possibilità che i coniugi vengano rappresentati dallo stesso legale in questa circostanza. Nonostante molti possa sembrare più complicato, questa procedura con due avvocati assicura tempi notevolmente ridotti, soprattutto se la si confronta con le tempistiche del ricorso davanti al presidente del tribunale.

Gli avvocati all’incontro di curare la stesura dell’accordo, il quale verrà sottoscritto da entrambi i coniugi e poi esaminato dal pubblico ministero per poi trasmetterlo all’ufficiale di stato civile.

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